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GIORNATE OLGIATE – Il made in Italy comasco conquista la Siberia

Giuseppe Rustignoli ed Emiliano Sciacca hanno realizzato opere imponenti nella Federazione russa, tra cui l’aeroporto di Krasnodar. “L’italianità permette di distinguerci, i clienti sono innamorati del nostro design.Ora puntiamo sull’Iran e altri paesi del Medio Oriente. “

Dalla Lombardia alla Siberia esportando quel made in Italy che ci ha resi famosi in tutto il mondo. Giuseppe Rustignoli, 50 anni, ingegnere di Lurate Caccivo, ed Emiliano Sciacca, 42 anni, architetto di Villa Guardia, viaggiano negli sconfinati paesaggi della Federazione russa ormai dal lontano 2003. E in 12 anni hanno messo la loro firma su importantissime opere, sopratutto in Siberia. E’ loro l’ampliamento dell’aeroporto di Krasnodar sul Mar Nero, opera di circa 20.000.000 di euro, e l’hotel “Domina” a Novosibirsk, che ha visto un investimento  di 45.000.000. “In Russia ci siamo arrivati per caso- racconta Rustignoli – stavamo lavorando ad alcune ville in Sardegna e un architetto, consulente del committente, ci propose di seguire un progetto in Russia, a patto di non dover andare in quei luoghi.” Da allora non si sono più fermati: una serie di progetti che non solo hanno portato le capacità architettoniche italiane all’estero, ma che hanno permesso anche a numerose aziende nostrane di operare su un territorio in fortissima espansione. 

“Cerchiamo sempre di rivolgerci a realtà italiane nella scelta dei materiali – continua Sciacca – per noi è fondamentale. La Federazione russa è un mercato importante e stiamo cercando di aprirci a nuove sfide. L’italianità permette di distinguerci. Senza dimenticare l’innamoramento dei clienti per il nostro design.”

Attualmente il duo è impegnato nella realizzazione di un grande acquapark nella città di Tyumen, ma può vantare progetti a Kaliningrad, situata nel Mar Baltico, e a Tomsk, nel nord della Siberia. Un lavoro duro con trasferte ogni due settimane e spesso in condizioni climatiche proibitive. “La temperatura più bassa che abbiamo sopportato è stata di -43° centigradi – prosegue Sciacca  – quello che ci spinge è sicuramente uno spirito pionieristico e la passione di fare architettura in luoghi dove è ancora possibile farla.Lì ci sono gli spazi, le committenze e i soldi per poter realizzare strutture di questa portata.” E se nell’estremo Nord del mondo i due architetti ormai sono diventati un punto di riferimento, per il  futuro si guarda in zone decisamente più calde. “Stiamo puntando sull’Iran e a gennaio avremo un primo incontro – concludono –  siamo già  stai anche in Qatar e in Kuwait e intendiamo ritornarci.”

Massimo Montorfan